10 motivi per cui i turisti amano l’Italia

10 motivi per cui i turisti amano l'Italia

Un tempo noi italiani eravamo gli immigrati, quelli che partivano con la valigia di cartone per andare a cercare fortuna in America. Poi siamo stati etichettati come quelli de “pasta, pizza e mandolino”, fino ad arrivare ad essere il Paese in cui i VIP decidono di sposarsi e comprare casa.

L’Italia è bella. Punto. Rendiamocene conto davvero, senza dover aver bisogno degli stranieri che ce lo ricordano. Perché i turisti amano l’Italia, è un dato di fatto. Che si facciano la loro vacanza, loro, e che non vengano ad insegnare a noi quella grande fortuna artistica e culturale che ci ritroviamo dalle mani. Invece meno male che ci sono loro a ricordarcelo, perché purtroppo non sempre ci accorgiamo del patrimonio che abbiamo, e sogniamo la vita frenetica delle metropoli statunitensi o asiatiche, o le isole ancora incontaminate dell’Australia.

italiaE se invece provassimo a fare i turisti nella nostra terra? Scopriremmo quanto affascina gli outsiders e, forse, apprezzeremmo ancora di più il nostro stivale.

Secondo alcuni sondaggi condotti nel 2013, la spesa turistica straniera è stata pari a 32 miliardi, di cui il 13% nel Mezzogiorno, +3,8% rispetto al 2011 (+5,3% nel Sud).

I ♥ Italy: la parola ai nostri viaggiatori

A volte capita che ai nostri viaggi partecipino anche degli stranieri, chi durante un soggiorno in Italia, chi si è appena trasferito, chi è in Erasmus. Abbiamo chiesto loro i motivi per cui il Bel Paese li affascina così tanto: ecco i 10 motivi per cui i turisti amano l’Italia.

1- Lo slow food (perché a noi, il McDonald’s ci fa un baffo)

I nostri prodotti culinari sono sani e genuini, e non necessitano di 123456789 ingredienti, tutti mischiati insieme. 5 sensi, 5 ingredienti, così facile che si contano sulle dita della mano. Amiamo lo slow food, e se Eataly ha sfondato in tutto il mondo, un motivo ci deve pur essere.

Sembra quasi un controsenso, però: i turisti under 35 predicano tanto bene il nostro CIBBO ITTALLIANO, poi però li vedi in coda da Burger King o McDonald’s per uno spuntino pomeridiano, quello che equivale alla nostra merenda. Non c’è da stupirsi troppo, considerato il fatto che offrono quei menù convenienti, o la formula salvaeuro, che in questo periodo di crisi è da considerarsi un’ottima alternativa alla cioccolata calda con panna o al the delle 5. Che poi fa molto British, e lo prendo solo più le madame, le signore come le chiamiamo (in modo dispregiativo) in Piemonte.

2- Il cibo fatto in casa (quello buono, eh)

 monumenti italianiAbbiamo tutti almeno un amico il cui parente fa il cibo in casa. Non importa se è zio, il cugino, il cognato o il nonno: alzi la mano chi non ha almeno qualcuno che fa il pane in casa, o i formaggi, o i salumi, o le marmellate, o i liquori. E ce ne regala sempre a volontà. La freschezza la sentiamo subito in bocca, ed è anche per questo che un boccone tira l’altro e… riusciamo a finire tutto subito.

I miei nonni, in campagna, preparavano i salumi uccidendo e sbudellando il maiale (la domenica era considerata una vera e propria festa) e la mitica tuma, la toma di pecora piemontese, la cui preparazione era quasi un rito. Mia zia e mia mamma, invece, sono imbattibili nella conserva e nelle marmellate. E l’altra mia nonna, una cuoca davvero di altri tempi, era la numero uno per la pasta fatta in casa.  Ecco spiegato perché sono diventata una buona forchetta.

3- Il vino, il nettare degli italiani

Il nostro vino è quello della casa, che si imbottiglia nelle cantine e viene servito sfuso nelle caraffe delle trattorie, o delle piole piemontesi. E non abbiamo neanche tempo di versare due bicchieri, che il litro è già bell’e finito e dobbiamo ordinare una seconda brocca.

Secondo il bilancio stilato nell’estate 2010 dalla Enoteca Italiana (Siena), il più antico ente nazionale per la promozione del vino Made in Italy, sono stati 5000 i visitatori al mese che si sono lasciati conquistare dal nettare italiano.

4- La colazione all’italiana

colazione italiana

julskitchen

La nostra colazione al bar è “la solita”, con croissant e caffè. Non abbiamo bibitoni tra cui scegliere, mille varietà di bomboloni al cioccolato, cookies ai vari gusti o centrifughe di frutta a cui possiamo abbinare delle vitamine. La nostra scelta è tra cappuccino o caffè, brioche alla marmellata, alla crema o al cioccolato.

C’è chi ha Colazione da Tiffany e chi… all’italiana, a ciascuno il suo, ma credo che neanche una sofisticata come Holly Golightly avrebbe potuto resistere ad un caffè letterario situato all’angolo di qualche borgo medievale nel nostro Paese.

5- Keep calm e… prenditela comoda

Nelle trattorie, possiamo prendercela comoda, e dopo il caffè prendere un limoncello, poi un amaro, poi l’amaro della casa, poi una grappa fatta in casa, poi fai ancora due chiacchiere con il gestore che si siede al tavolo con noi, poi un altro bicchierino in sua compagnia, e poi forse allora ci alziamo e paghiamo. Il tutto con molta calma, senza doverci ingozzare perché dobbiamo liberare il tavolo entro mezz’ora.

Bilancio stimato? Indubbiamente è più il tempo che stiamo a conversare al tavolo che non quello che mangiamo.

6- La bistecca (poco importa se alla fiorentina o alla milanese)

La carne non è quella degli hamburger, ma è una bistecca vera e propria. Poco importa se è quella alla fiorentina o alla milanese, è una signora carne, e i turisti questo lo sanno bene, e non se lo fanno dire due volte.

La ordinano perché fa figo. La assaggiano perché la pagano. Se ne innamorano perché non possono fare altrimenti. Poi arriva il conto e sembrano cascare dalle nuvole, qualcuno magari brontola, altri cercano di farsi fare un po’ di sconto, ma alla fine pagano perché sanno di aver gustato una delizia. Per tutto il resto c’è Mastercard.

7- Il porcaro

I panini alla porchetta per strada davanti ai palazzetti dei concerti battono di gran lunga il carretto degli hot dog di New York, sia per la qualità che per il prezzo. Il porcaro, come spesso chiamiamo il paninaro, non ha niente da invidiare all’omino del food truck, che sta lì a cercare di attirare i clienti.

Lui se ne sta lì tranquillo, a farsi gli affari suoi, e quando arriva qualcuno, si pulisce le mani e inizia a preparare la salamella con i crauti, le cipolle, i peperoni e chi più ne ha più ne metta. Perché più è zozzo il carretto, più ci fa venire la bava alla bocca. Sbav!

8- Gli autogrill

città italianeI viaggi in pullman hanno tappa fissa agli autogrill, dove tra una fetta di pizza da Spizzico e l’altra, vince sempre lei, la mitica Rustichella, leggermente scaldata.Ebbene sì, per i turisti il viaggio in bus non è poi così sconveniente come sembra a noi, che ci lamentiamo per non essere comodi, perché chi è seduto davanti a noi tira giù il sedile e ci fa stare come delle sardine inscatolate. E ancor di più non sopportiamo gli autogrill, per i prezzi elevati, per la coda in bagno (se così si possono chiamare, vista la sporcizia), per i passeggeri ritardatari.

Gli autogrill sono quasi una tappa come da programma per gli stranieri, tant’è che una delle cose che chiedono appena si parte per un viaggio organizzato, non è “Quando ci fermiamo per una sosta?”, ma “Ci fermiamo all’autogrill, no?”.

E noi che ci lamentiamo perché la sosta dura sempre 5 minuti in più del previsto!

9- L’arte gratuita per strada

Per la maggior parte delle opere d’arte, non dobbiamo fare la coda nei musei, come quella di 3 ore per salire sull’Empire State Building a New York: ci basta passeggiare per il centro delle città ed ecco Piazza Navona a Roma, Piazza San Marco a Venezia, Piazza della Signoria a Firenze.

Ovunque ci giriamo, se sappiamo davvero guardare un po’ più in là del nostro naso, troviamo un pezzo di patrimonio artistico gratuito.

Arte gratis visitabile 24 ore al giorno. Scusate se è poco.

10- Dammi una Vespa e ti porto in vacanza

vespa

Andiamo ancora in vacanza con la Vespa. Per certi tipi di viaggi non sarà di certo il massimo della comodità, ma volete mettere un giro tra i campi o le colline in primavera? Uno spettacolo. Per non parlare di un tour romantico come quello in Vacanze romane. Con la primavera alle porte, chi non ha voglia di partire?

Perché la Dolce Vita non è solo un’utopia portata sul grande schermo da Fellini, è la nostra realtà, fa parte di noi, del nostro Paese e della nostra cultura. E ogni volta che sentiamo passare una Special, ci affacciamo al balcone, sperando che alla guida ci sia Cremonini.

Ecco perché i turisti amano l’Italia. E voi?

L'Autore: Krizia Ribotta Giraudo Google+

Giornalista, blogger e autrice con la passione per il cinema, la lettura e i viaggi. Pubblica articoli dal 2009, da quando ha iniziato a scrivere per giornali e blog italiani e americani, con cui continua a collaborare. Autrice di un libro per il sociale, si occupa di viaggi e promozione culturale, scrivendo di storie, confidenze e tradizioni che profumano di terre lontane. Tra le grandi collaborazioni, quelle con Il Messaggero, l'International New York Times e il Los Angeles Magazine.