Pennabilli, il piccolo Tibet romagnolo

Pennabilli

 

In alta Valle Marecchia, procedendo verso la Toscana, esiste un paese che  meriterebbe di essere visitato e, certamente, amato. Si tratta di Pennabilli, fino al 15 agosto 2009 provincia di Pesaro-Urbino e successivamente acquisito da Rimini tramite referendum. A partire da questa data, diventa il Comune più a sud della Romagna, e da subito viene rimpianto dalle Marche, tanto che quest’ultima ha proposto ricorso alla Corte Costituzionale, senza però ottenere successo.

In effetti Pennabilli, detta “La Pénna” in romagnolo, è davvero un piccolo gioiello immerso nella verde e ventosa vallata del fiume Marecchia, dove libeccio dalla Toscana e grecale dal mare si incontrano rendendo l’aria sempre pulita. Chi arriva dalla città, o dalla pianura, ha davvero la sensazione di trovarsi ben oltre i circa 618 metri di quota del paese, dal quale si scorge l’Appennino di Federico da Montefeltro. Ben tre regioni in base a dove si volge lo sguardo: l’intera vallata verso il riminese a nord-est, le vette del Monte Carpegna nelle Marche a sud,  l’Appennino toscano a ovest.

Pennabilli: un pizzico di storia

Orto dei frutti dimenticatiOsservando anche solo una foto di Pennabilli, si nota come il paese sorga su due colli, alture impervie o rupi, “Penna” e “Billi”, in origine due comunità diverse. Fu un discendente dei Malatesta, che nel 1004 scese dal Monte Carpegna e iniziò la costruzione della Rocca, per poi scendere fino a Rimini e assoggettare tutta la Romagna. L’unione con il vicino castello di Billi avvenne solo nel 1350 con la posa della “pietra della pace” nella piazza del mercato, situata proprio a metà tra i due comuni originari. Il nuovo Comune, Pennabilli, passò più volte sotto il controllo dei Malatesta, dei Montefeltro, dei Medici e dello Stato Pontificio. Tuttora è sede della diocesi di San Marino-Montefeltro, e dal 20 maggio 2010 è anche entrato a far parte del club italiano di Bandiera Arancione.

Pensate che nel 2005 il Dalai Lama sentì un richiamo di terra lontana e libera, quella di Pennabilli, visitata nel 1994. Tornò e venne inaugurata una campana tibetana (campana di Lhasa) sul colle che domina il paese. Sempre qui abbiamo una meridiana in marmo che indica precisamente la direzione e i nomi dei monti vicini.

Pennabilli: monumenti del borgo e dintorni

Pur essendo un Comune di piccole dimensioni, se poche ore possono bastare per visitarla, una settimana non è senza dubbio sufficiente per viverla e respirarla pienamente.

Tra i monumenti, troviamo il Duomo di Pennabilli, la cattedrale della diocesi di San Marino-Montefeltro, il Santuario delle Grazie, l’Eremo della Madonna del Faggio, nella frazione di Bascio, il Palazzo del Bargello e il Palazzo della Ragione, detto Le Logge. Caratteristiche anche le antiche mura Malatestiane, e ancor di più il Museo del calcolo Mateureka, uno dei pochissimi musei italiani dedicati alla storia della matematica e degli strumenti di calcolo. Troviamo anche il Museo diocesano del Montefeltro e il Museo Naturalistico. Non lontano dalla piazza principale, è presente anche un piccolo teatro molto carino, il Teatro Vittoria.

Pennabilli: Tonino Guerra e gli eventi per ogni età

Poesie di Tonino GuerraNon solo un “piccolo Tibet”, ma la terra tanto cara a Tonino Guerra, il quale le ha dedicato poesie per ogni mese, nonché “i Luoghi dell’Anima”. Si tratta di un intero spazio nel centro storico, composto da ben sette installazioni: L’Orto dei Frutti Dimenticati, La Strada delle Meridiane, Il Rifugio delle Madonna Abbandonate, Il Santuario dei Pensieri, L’Angelo coi Baffi, Il Giardino Pietrificato (in località Castello di Bascio), La Madonna del rettangolo di Neve (in località Poggio Bianco), visitabili tutti i giorni gratuitamente.

Pennabilli e la sua gente semplice e genuina, la sua cucina nostrana e influenzata da ben tre regioni notoriamente ricchissime di piatti prelibati, ha saputo mantenere viva la storia e la genuinità. Lo abbiamo scoperto anche molto di recente, nel 2012, con le fotografie e alcune nuove poesie in giro per i muri delle case, dedicate all’eccezionale nevicata di febbraio (ben 3 metri di neve caduti in 10 giorni).

Tradizionale il “rogo del Vecchione” a Capodanno in piazza, e i balli intorno al fuoco. Per i giovani e non solo, oltre a ristoranti e gelaterie, lo storico e “old style” cinema Gambrinus, oltre alle feste notturne all’aperto al Saloon, in tipico stile “west americano”! Dal 1997, la stessa piazza ospita ogni anno tra fine maggio e giugno anche “Artisti in piazza” da tutto il mondo! Per gli appassionati di antiquariato, ogni luglio dal 1970, si svolge la Mostra Mercato Nazionale dell’Antiquariato.

Pennabilli: tutto questo e molto altro ancora vi aspetta nel gioiellino dell’entroterra romagnolo!

L'Autore: Alessandro Bonvegna Google+

Meteorologo con la passione della montagna, della natura, dei viaggi e della scrittura. Amante dell'Appennino tosco-romagnolo e della fotografia naturalistica, in continuo movimento, come la tramontana d'inverno.