Da Tirano a Saint Moritz, stregati dal paesaggio

Lago da Tirano a Saint Moritz

 

Il percorso del Trenino Rosso del Bernina lo conosciamo tutti: da Tirano a Saint Moritz. Quello di cui, forse, non ci rendiamo conto è la magia del paesaggio che ci scorre davanti agli occhi. Essendo presi a scattare foto o a girare mini video dei laghi, dei ghiacciai o delle cascate, ci perdiamo quegli altri piccoli dettagli che fanno parte della natura.

Come i castagneti, che il trenino incontra all’inizio del suo percorso, poco dopo aver lasciato la cinquecentesca Basilica della Madonna di Tirano, mentre inizia la salita. Inizia la sua prima curva, ed ecco che sembra quasi rincorrere se stesso, sul viadotto di Brusio, con quella forma elicoidale, che incanta quotidianamente i turisti. Un’opera di tutto rispetto, un capolavoro di ingegneria, l’immagine simbolo del marchio UNESCO, di proprietà del Patrimonio dell’Umanità.

Da Tirano a Saint Moritz: un viaggio, tante emozioni

Viadotto di BrusioMan mano che inizia a salire, rimane difficile restare seduti ai propri posti e limitarsi a guardare fuori. Viene voglia di alzarsi, di fare a turno per affacciarsi ai finestrini, di allungare il braccio fuori e godersi un po’ di quell’aria fresca e pulita.

E si arriva così al Lago di Poschiavo, con quel suo colore verde cobalto che cattura il cuore di tutte le donne. Eccoci giunti nella Val Poschiavina, la cui capitale, com’è facilmente deducibile, ne riprende il nome (Poschiavo). Bisogna godersela un po’, anche perché è l’ultima fermata prima della “vera” salita per raggiungere i 2253 m della stazione dell’Ospizio Bernina.

…ma quanto è dura la salita da Tirano a Saint Moritz?

Inizia così quella che può essere considerata in qualche modo “un’arrampicata ferroviaria”, che vanta di una collezione di ponti, tunnel e curve, fino ad arrivare ai piandoro di Cavaglia, cittadina famosa per il suo Giardino dei Ghiacciai, un parco geologico che merita assolutamente di essere visitato.

La fermata successiva, quella dell’Alp Grüm, regala la vista del ghiacciaio del Palù, e segna a fine del valico del Bernina. Il Trenino Rosso, quindi, inizia la sua discesa, in mezzo ad uno spettacolo quasi incantato, in cui il Lago Bianco e il Lago Nero segnano lo spartiacque tra il bacino del Po e quello del Reno, andandosi poi a gettare, rispettivamente, nel Mare Adriatico e il Mar Nero.

Trenino RossoMentre il viaggio continua, ecco che si materializza il Bernina, che si concede quasi misteriosamente, sempre avvolto dalle nuvole, dalla nebbia o dal manto bianco della neve. Tra ghiacciai (il cui, il più importante, è quello del Morteratsch, a cui è legata anche una leggenda) e cime che spiccano nel cielo indipendentemente dal meteo e dalla stagione in corso, ci si avvicina alla parte conclusiva del viaggio.

Senza neanche accorgersene, si entra nell’Engadina, la cui prima fermata è Pontresina, circondata da boschi. Poco distante, ecco Saint Moritz, che offre una cioccolata calda, una camminata lungo le rive del lago o una visita al Museo Segantini.

Qualsiasi sarà la scelta, niente sarà ovviamente all’altezza di quanto ammirato da Tirano a Saint Moritiz…

L'Autore: Krizia Ribotta Giraudo Google+

Giornalista, blogger e autrice con la passione per il cinema, la lettura e i viaggi. Pubblica articoli dal 2009, da quando ha iniziato a scrivere per giornali e blog italiani e americani, con cui continua a collaborare. Autrice di un libro per il sociale, si occupa di viaggi e promozione culturale, scrivendo di storie, confidenze e tradizioni che profumano di terre lontane. Tra le grandi collaborazioni, quelle con Il Messaggero, l'International New York Times e il Los Angeles Magazine.