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I piatti tipici di questa località e, più in generale, quelli di Valtellina e Valchiavenna, sono essenziali e per nulla sofisticati: essi richiedono una ristretta cerchia di ingredienti, quelli che si potevano reperire in loco, in base a quanto la natura ed il susseguirsi delle stagioni poteva offrire. Tra agli antipasti la gustosa Breaola,condita con un gro d’olio e limone, on l’aggiunta d scaglie d Grana, oppure la Sfogliatina, pasta sfoglia ripiena di spinaci e formaggio Bitto.
Tra i primi di montagna i classici Sciat, frittelle di farina di grano sarac0eno ripiene di formaggio e i sostanziosi Pizzoccheri, pasta di grano saraceno condita converza, patate, formaggio e burro, passata al forno.
Nei secondi domina la carne, magari di cervo, preparato in salmì.
I dolci di montagna, si sa’, sono nutrienti e buonissimi e anche a Livigno non ci si smente. Una bella fetta di torta di noci o una di Panòn, una pagnotta con frutta secca e noci. Una grolla in compagnia è quello che ci vuole per concludere un pasto di montagna. Una speciale brocca di legno con caffè bollente speziato e corretto, da bere passando di mano in mano. Torna su
Questa sua caratteristica attira ogni anno moltissimi turisti che, raggiungendo la località con lo scopo di passare una vacanza all’insegna del divertimento, non si lasciano scappare l’opportunità di visitare gli oltre 250 negozi per qualche ora di svago facendo shopping tra le grandi firme della moda internazionale a prezzi particolarmente vantaggiosi. Chi vuole risparmiare, poi, può acquistare profumi, alcolici, sigarette, zucchero, cioccolato, caffè a prezzi extradoganali!
STORIA Origine dell’insediamento umano:
Quando e con quali modalità sia avvenuto l’insediamento umano nella valle di Livigno è soggetto di molte discussioni da parte degli storici. La maggior parte di loro propende per la tesi secondo cui i primi esseri umani insediatesi nella zona alpina fossero Liguri oppure Reti. Altri propendono al contrario per la tesi secondo cui i primi abitatori furono di origine etrusca.
La Valle di Livigno ieri – La valle di Livigno oggi:
Il torrente Spöl, chiamato dai livignaschi “Akua Granda” ha modellato nei secoli la valle.
Livigno oggi: il taglio degli alberi, lo Spöl imbrigliato così come la costruzione del lago artificiale hanno cambiato il paesaggio della valle.
Non mancano ipotesi leggendarie come quella che ritiene che il primo insediamento umano nella valle sia dovuto a una popolazione di origine slava che risalendo il corso del Danubio avrebbe raggiunto il suo affluente Inn e quindi il corso del fiume Spöl. Secondo i suoi sostenitori sarebbe una prova di tale tesi la presenza di alcuni caratteri somatici asiatici tuttora evidenti nella popolazione. Le baite Per capire la dimora tradizionale livignasca occorre rifarsi ai tre elementi storici dell’economia locale: il bosco, il prato e la neve. I boschi hanno qui una natura secolare. Essi si formano molto lentamente perché il ciclo vegetativo delle piante è qui di soli quattro mesi l’anno. Per gli altri otto mesi le piante vivono una sorta di letargo. Questi boschi hanno dato il legno per le case di Livigno. I boschi sono sempre stati sacrificati al prato. Il contadino livignasco ha avuto storicamente gran fama per la cura di ampie superfici a prato dato che a queste altezze il fieno si taglia una sola volta all’anno, mentre l’attività zootecnica, l’unica possibile da queste parti, ha richiesto l’allargamento continuo della zona a pascolo. Da qui il forte disboscamento avvenuto nei secoli.
La struttura della dimora permanente è diversa da quella del pur vicino bormiese ed è funzionale al clima molto più rigido e alla presenza di abbondante legname.
La casa tradizionale più antica è costituita dall’abitazione (‘l bàit) e da un rustico (toilà e stàla) giustapposti in linea o ad angolo, è completamente di legno (la presenza dello zoccolo in muratura indica che la costruzione è più recente); è edificata con dei tronchi sovrapposti uni agli altri.
Il tetto (téit), a due spioventi e falde poco inclinate, è coperto da un assito di larice traversato da travi che trattengono lo scivolamento della neve, oppure ha una copertura di piccole “scàndole”, cioè scaglie di larice. Rari i comignoli, piccole le finestre, per evitare la dispersione di calore e provviste di doppi vetri e scuri interni. Torna su